Digitale sì digitale no
Perché il digitale a scuola?
Stiamo assistendo ad una vera discontinuità nelle modalità di trasmissione del patrimonio culturale da una generazione all’altra e non si può certo guardare al futuro dei nostri figli/studenti senza considerare gli stravolgimenti dell’uso della tecnologia sulle diverse sfere del vivere quotidiano e sui processi di apprendimento.
“Le persone dovrebbero comprendere in che modo le tecnologie digitali possono essere di aiuto alla comunicazione, alla creatività e all'innovazione, pur nella consapevolezza di quanto ne consegue in termini di opportunità, limiti, effetti e rischi. Dovrebbero comprendere i principi generali, i meccanismi e la logica che sottendono alle tecnologie digitali in evoluzione, oltre a conoscere il funzionamento e l'utilizzo di base di diversi dispositivi, software e reti.” (Raccomandazione del Consiglio Europeo del 22 maggio 2018)
Gli esperti dell’OCSE/PISA mettono chiaramente in evidenza quanto escludere la tecnologia dalla vita scolastica delle nuove generazioni sia non solo impossibile ma anche pericoloso. È ormai accertato che se i giovani non sono in grado di navigare in un ambiente digitale complesso sarà per loro difficile in futuro partecipare pienamente alla vita economica, sociale e culturale del mondo che li circonda. Non solo, ma come genitori o insegnanti, non possiamo lasciare che si confrontino da soli con i sempre più sofisticati strumenti tecnologici che sono alla loro portata senza svolgere, prima e durante il loro utilizzo, un necessario lavoro di mediazione per far sì che ne facciano un uso consapevole e imparino a riconoscere i possibili rischi.
In Italia, pur raggiungendo nella Lettura in Digitale punteggi leggermente sopra la media OCSE, solo un quarto degli studenti “naviga” in modo “orientato” e “critico”.
“Gli studenti attualmente a scuola – si legge nella premessa del documento del SILLABO per l’Eduzione Civica Digitale (uno strumento messo a disposizione dal MIUR per formare i ragazzi di oggi a un approccio della rete con spirito critico e responsabilità) - sono indubbiamente la generazione più immersa nelle tecnologie digitali sino ad oggi, non possono essere lasciati soli nella gestione dei profondi cambiamenti offerti dalle tecnologie di informazione e comunicazione. Questo è a maggior ragione valido se consideriamo che le stesse tecnologie, di cui gli studenti sono intensi fruitori, sono state prodotte e promosse da sistemi creati, finanziati e gestiti da adulti. […] Siamo di fronte quindi a un cambiamento estremamente pervasivo, per definizione ricco di implicazioni a causa della crescita esponenziale di connessioni e interazioni, che non può essere ignorato”.
Occorre, quindi, che la scuola aiuti studenti e famiglie ad affrontare la complessità del cambiamento attraverso le diverse tecnologie disponibili, piuttosto che marginalizzarne alcuni aspetti come semplici “rischi”. Le risorse tecnologiche possono rappresentare uno strumento utile per il raggiungimento degli obiettivi legati al successo scolastico, ma certamente non costituiscono il fine ultimo del processo di insegnamento.
Le tecnologie digitali, in quanto nuove forme di comunicazione, dovrebbero entrare in classe per tutti e non solo per gli studenti con difficoltà di apprendimento! Esse, quindi, non sono solo uno strumento compensativo, ma diventano dispositivi culturali, che potenziano le abilità e le competenze di tutti gli studenti e promuovono, inseriti all’interno di didattiche inclusive e cooperative, il successo formativo.
Questo se però la scuola riesce a realizzare il passaggio dalla standardizzazione alla personalizzazione dei percorsi di apprendimento. Se riesce a valorizzare il potenziale dei vari soggetti e a far emergere i loro talenti e le loro capacità.
Il digitale può essere di grande aiuto in quanto permette di trasformare l’apprendimento in un’esperienza “fatta su misura”, in cui gli studenti si approcciano ai compiti seguendo una modalità personale, acquisendo conoscenze e competenze in base al proprio ritmo di apprendimento e questo vale per tutti studenti.
L'insieme delle tecnologie digitali che permettono di realizzare questa nuova organizzazione centrata sui bisogni della persona è costituito da strumenti, hardware o software, che possono essere utilizzati per facilitare l'apprendimento degli studenti e l'insegnamento dei docenti.
Il digitale rappresenta, però, un’opportunità importante se alla base c’è un buon progetto, una visione chiara degli obiettivi che vogliamo perseguire e dei valori che intendiamo affermare. Insomma, dobbiamo imparare a mettere al servizio dei nostri bisogni le soluzioni digitali, non rincorrerle ed adeguarci ad esse.
Per non dimenticare l’aiuto che la tecnologia può dare alla realizzazione di un apprendimento interdisciplinare se considerata come elemento trasversale (come è trasversale la competenza digitale alle altre competenze chiave) e collaborativo (si impara dagli altri e con gli altri!)
Infatti, grazie alle potenzialità di partecipazione e condivisione del web, gli ambienti di apprendimento si arricchiscono di una nuova dimensione sociale: chi prima apprendeva in modo isolato, ora ha la possibilità di diventare parte di una comunità di apprendimento costituita da altri studenti, ma anche dai suoi docenti, da esperti e da persone con cui condivide, in tutto o in parte, interessi, obiettivi, finalità. Lo studente può collaborare con gli altri per creare nuovi prodotti e nuovi servizi o per trovare insieme soluzioni originali a problemi dati.
La tecnologia è una risorsa educativa con un evidente significato didattico, ma ... sono le metodologie e non le tecnologie che fanno la differenza!
Quindi, occorrono strategie metodologiche adeguate per far diventare le tecnologie strumenti da poter usare in modo autonomo, utili per potenziare il metodo di studio, affinché i ragazzi, usandoli, diventino veramente protagonisti del loro imparare e non semplici fruitori di mappe, schemi e materiali vari … prodotti da altri.
È l’integrazione di metodologie e tecnologie che può rendere più efficace la pratica didattica, più consapevole il metodo di studio, più duraturi e profondi gli apprendimenti. ( Modelli didattici innovativi con il digitale)
Serve, però, un’ adeguata alfabetizzazione digitale/emotivo/affettiva e non una semplice alfabetizzazione informatica. Anche perché le tecnologie informatiche sono strumenti per tessere legami facili in un ambiente particolarmente ampio, più complesso rispetto a contesti come la famiglia, la scuola, il quartiere, l’oratorio, .... di cui gli adulti avevano/hanno una conoscenza diretta e meno frammentaria.
Il recupero di un ruolo attivo degli adulti (genitori, docenti ....), di sostegno, accompagnamento e guida, è dunque imprescindibile.
Ancora una volta, la strategia fondamentale per lo sviluppo di queste competenze ruota attorno alla presenza attenta, costante e armoniosa di figure di adulti con adeguate competenze digitali che svolgano fino in fondo e coerentemente il loro ruolo educativo, normativo, affettivo; ruolo da cui non è in alcun modo possibile abdicare di fronte ai numerosi supporti tecnologici che oggi arricchiscono la vita dei nostri studenti.
“Al docente, però, va offerta l’opportunità di continuare a riflettere in maniera sistematica sulle pratiche didattiche; di intraprendere ricerche; di valutare l’efficacia delle pratiche educative e se necessario modificarle; di valutare le proprie esigenze in materia di formazione; di lavorare in stretta collaborazione con i colleghi, i genitori, il territorio” lo sottolineava già nel 2014 il Rapporto Teachers Matter dell’OECD.
Insomma, il docente va aiutato a sviluppare le sue capacità nella progettazione di un intervento formativo che sfrutti al meglio le potenzialità delle tecnologie.
A cura di Viviana Rossi
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