Decreto legislativo sull’inclusione scolastica (DLgs 66/17)
Decreto legislativo sull’inclusione scolastica (DLgs 66/17)
Nell’art 1 del DM 66 si afferma che “ L'inclusione scolastica (…) risponde ai differenti bisogni educativi e si realizza attraverso strategie educative e didattiche finalizzate allo sviluppo delle potenzialità di ciascuno (…) nella prospettiva della migliore qualità di vita; si realizza nell'identità culturale, educativa, progettuale, nell'organizzazione e nel curricolo delle istituzioni scolastiche, nonché attraverso la definizione e la condivisione del progetto individuale fra scuole, famiglie e altri soggetti, pubblici e privati, operanti sul territorio; è impegno fondamentale di tutte le componenti della comunità scolastica le quali, nell'ambito degli specifici ruoli e responsabilità, concorrono ad assicurare il successo formativo delle bambine e dei bambini, delle alunne e degli alunni, delle studentesse e degli studenti.”
Ma è proprio così? Il decreto 66 riuscirà davvero a dare concretezza al suo articolo 1?
Sono già passati 40 anni dalla Legge 517/77, che ha aperto la strada ad un’educazione che realizzi l’eguaglianza vera di tutti i bambini/ragazzi. E ne sono passati 25 anni dalla Legge 104/92, che ha cercato di realizzare un vero progetto di vita della persona con disabilità, integrando le azioni della famiglia, della scuola, del sociale, del lavoro. Ma purtroppo in molte situazioni si confonde ancora integrazione con inclusione. L’inclusione non è ... semplicemente assicurare un posto in classe ad uno studente con difficoltà di apprendimento, ma è uno sforzo continuo per garantire ad ogni alunno una partecipazione attiva nella sua classe.
La Direttiva del 27/12/12 e la Circolare n. 8 del 6/03/13 hanno indicato con decisione la strada dell’inclusione. Dal “vecchio” concetto di integrazione (consentire e facilitare al “diverso” la maggior partecipazione possibile alla vita scolastica degli “altri”) a quello di inclusione (strutturare i contesti educativi in modo tale che siano adeguati alla partecipazione di tutti, ciascuno con le proprie modalità).
Il decreto si applica esclusivamente agli alunni certificati con disabilità dalla Legge 104/1992: lo esplicita il titolo e lo precisa l'art. 2:
“Le disposizioni di cui al presente decreto si applicano esclusivamente alle bambine e ai bambini della scuola dell'infanzia, alle alunne e agli alunni della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, alle studentesse e agli studenti della scuola secondaria di secondo grado con disabilità certificata ai sensi dell'articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, al fine di promuovere e garantire il diritto all'educazione, all'istruzione e alla formazione.”
Per realizzare una vera inclusione non basta più solo la scuola, occorre … “ … una presa in carico delle problematiche degli utenti da parte di «tutte» le agenzie del territorio.”
Prima di proporre strategie al singolo ragazzo, occorre lavorare sul contesto, che deve:
- offrire una molteplicità di opportunità, di metodologie e di percorsi, attraverso flessibilità nei tempi, negli spazi e nei ruoli
- connotarsi come ambiente di relazioni ricche, positive, improntate alla collaborazione e al dialogo
- favorire la costruzione attiva del proprio sapere, grazie ad attività di tipo laboratoriale
Occorre un coinvolgimento esplicito di tutti i docenti, nessuno escluso, nel progettare e realizzare una didattica generalmente più inclusiva e forme specifiche di personalizzazione… una didattica ordinaria inclusiva per tutta la classe.
Occorre riuscire a trasformare la classe in una comunità di apprendimento che veda tutti gli attori coinvolti a cooperare per aiutare ogni studente.
A cura di Viviana Rossi e Maria Enrica Bianchi
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